Origine: Asia
Tasso di crescita: Lenta
Altezza: 10 cm - 20+ cm
Richiesta di luce: Bassa
CO2: Bassa
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Questa Cryptocoryne è stata utilizzata, coltivata e conosciuta per tantissimi anni come Cryptocoryne nevillii, sino a quando nel 1976, Niels Jacobsen ne ha proposto il cambio di nome da Cryptocoryne nevillii a Cryptocoryne x willisii attualmente utilizzato. Questa pianta è un ibrido naturale, e per questo motivo, il suo nome viene scritto con una “x” posta tra il genere e la specie, in pratica tra Cryptocoryne e willisii appunto.
Questo ibrido è molto probabilmente risalente ad incroci tra la C. parva, la C. walkeri e la C. beckettii, incroci che hanno dato origine ad un gruppo di piante molto variabili tra loro, ed al quale Niels Jacobsen stesso, vorrebbe che appartenesse anche la Cryptocoryne lucens, precedentemente descritta da De Witt. Attualmente invece la C. lucens è ancora nominata senza la “x”, di conseguenza, non viene considerata un ibrido.
La Cryptocoryne x willisii, è una pianta tipicamente palustre, come per altro quasi tutte le Crypto, soggetta quindi a periodi di asciutta alternati a periodi in cui vegeta completamente sommersa. Il suo aspetto è molto bello e per questo frequentemente ricercata dagli appassionati. Le sue foglie, lanceolate e strette, a volte ovali, si presentano lisce con marginatura intera con una nervatura molto poco evidente, sono di colore che va dal verde chiaro brillante al verde medio.
Relativamente semplice da coltivare, è curioso notare che dalla posizione delle sue foglie possiamo capire quanta luce stiamo dando alla pianta. Più viene illuminata, maggiormente le sue foglie si stenderanno a coprire il terreno sotto di esse, mentre con una illuminazione minore per intensità e durata, farà sì che le stesse si dispongano più verticalmente. La sua coltivazione emersa non è per nulla complicata, come sempre, ambiente palustre, caldo e umido.
Originaria dello Sri Lanka questa pianta non diventa molto alta, fermandosi ai 7 - 10 cm anche se occorre dire che la sua crescita è in genere molto indisciplinata. Nella stessa pianta infatti si potranno avere delle evidenti differenze nella lunghezza delle singole foglie. Il diametro formato da una singola rosetta è quindi di circa 10 - 15 cm. Risulta essere una pianta molto di effetto, se coltivata in grossi gruppi, o se la si utilizza nel primo piano per il prato in vasche di media grandezza.
Richiede un fondo fertile e mai compatto, anche se le sue radici, che hanno uno sviluppo notevole, contribuiscono ad alleggerirlo nelle zone da lei interessate. Meglio se la granulometria della ghiaia è medio fine. Non risente moltissimo dell’immissione di CO2, ma come sempre, male non fa, così come l’applicazione di un protocollo di fertilizzazione serio e ben bilanciato, contribuisce non poco allo sviluppo di questa piccola quanto per me stupenda essenza.
- Colore
- Verde
- Origine
- Asia
- Livello di difficoltà
- Facile
- Posizionamento
- Centro
- Fabbisogno di luce
- Poco
- Velocità di crescita
- Bassa
- CO2
- Poca
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